La difesa della proprietà intellettuale e del Made in Italy nella moda

La contraffazione: natura ed entità del fenomeno.

La contraffazione della proprietà industriale e intellettuale e la violazione della normativa posta a tutela del Made in Italy sono certamente fenomeni di natura trasversale, poiché coinvolgono svariati settori della nostra economia e, nondimeno, riguardano imprese operanti a livelli differenti nel processo di produzione e distribuzione.

Tanto a livello nazionale, quanto a livello comunitario e internazionale, da anni si cerca di porre un argine al fenomeno. Numerose sono state le iniziative normative in tal senso e le campagne di sensibilizzazione. Tuttavia, i risultati ancora non sono soddisfacenti.

Secondo il rapporto 2013 del Ministero dello Sviluppo Economico relativo al quinquennio 2008-2012, nel suddetto periodo vi sono stati oltre ottantasei mila sequestri, con oltre duecentoottantanove milioni di beni contraffatti, principalmente nei settori merceologici dell’abbigliamento e degli accessori di abbigliamento (circa il 56,7% del totale), per un valore economico stimato di oltre tre miliardi di Euro. Nello stesso arco temporale si sono registrati oltre cinquemiladuecento sequestri per violazioni della normativa a tutela del Made in Italy, a fronte di oltre cinquantotto milioni di pezzi sequestrati, anche in questo caso con una netta prevalenza del settore della moda.

Quindi, è fuori di dubbio che il settore dell’abbigliamento e della moda, pur trainante per la nostra econo- mia, sia costantemente minacciato – e in maniera ingente – dal fenomeno della contraffazione e, più in generale, dal c.d. parassitismo, ovvero dalla condotta di chi si appropria indebitamente della creatività, dell’innovazione e dell’originalità altrui, sfruttando gli elementi essenziali del settore. E’ altresì evidente, tuttavia, che proprio il settore della moda necessiti e possa ricevere un notevole

beneficio da un costante ed efficace utilizzo dei diritti di proprietà industriale e intel- lettuale che il nostro ordina- mento mette a disposizione degli operatori economici.

Ma quali sono le ragioni per cui questo settore si presenta in termini così critici?
Anzitutto, è innegabile che sia facile copiare, anche pedissequamente, il prodotto di abbigliamento o moda altrui, in quanto relativamente e facilmente riproducibile e accessibile.

Nondimeno, i prodotti di abbigliamento realizzati in contraffazione di diritti altrui sono agilmente traspor- tabili e commercializzabili. Infine, chi copia è ben consapevole del fatto che la creatività e l’innovazione conferiscano ai prodotti un elevato valore aggiunto, in termini di stile e di immagine, agli occhi dei consumatori e, non da ultimo, l’incentivo alla riproduzione e contraffazione è altamente stimolato dai ritorni economici che si possono avere sfruttando gli sforzi pubblicitari e promozionali, nonché il successo commerciale, dei concorrenti.

Volendo effettuare una suddivisione pratica, si può asserire che la contraffazione nel settore dell’abbi- gliamento si sviluppa principalmente su due linee, da un lato sul marchio e dall’altro lato sul prodotto. La contraffazione del marchio consiste nell’uso o nella registrazione di segni distintivi affini, mentre la con- traffazione del prodotto è la vendita di prodotti non originali, mediante appropriazione del marchio altrui, ovvero l’appropriazione delle caratteristiche estetiche del prodotto concorrente.

Fenomeno più recente, ma altrettanto preoccupante per le singole imprese nazionali non di meno che per il settore dell’abbigliamento considerato a livello nazionale, è quello delle violazioni della normativa posta a tutela del Made in Italy, nonché il falso richiamo a fattori collettivi propri del nostro paese idonei ad in- fluenzare le scelte dei consumatori, nella misura in cui vanno a definire i prodotti di abbigliamento nella dinamica degli scambi di mercato.

Le strategie e i rimedi a disposizione degli Operatori.

A fronte di quanto esposto, è essenziale che le aziende che operano e investono nel settore dell’abbiglia- mento prestino particolare attenzione alla tutela della creatività, estetica e funzionale, dei propri prodotti, al fine di non vanificare i costi e il tempo impiegati nello sforzo creativo. Questa strategia può consentire di rimanere competitivi sul mercato nazionale e internazionale, limitando fortemente gli effetti distorsivi della concorrenza, tra cui la contraffazione e il parassitismo.

Ma quali sono i rimedi a tutela degli operatori economici interessati a proteggere il proprio patrimonio immateriale e gli investimenti creativi?
Anzitutto – e non è così ovvio quanto sembri – è necessario che l’azienda abbia piena consapevolezza del valore del proprio patrimonio intellettuale, seppure intangibile, e lo includa sempre in ogni valutazione imprenditoriale di medio – lungo periodo.

In secondo luogo, è opportuno provvedere ad una precisa e completa regolamentazione contrattuale di tutti i rapporti, con fornitori, distributori, partner commerciali e collaboratori, al fine di pre- venire eventuali attività di contraffazione e concorrenza sleale (a tal proposito, torna in mente il famoso slogan che recitava: “prevenire è meglio che curare”).

E’, poi, conveniente ricorrere alle forme di tutela preventiva che il nostro ordinamento giuridico offre, vale a dire la registrazione di marchi, disegni e modelli; tali registrazioni, si badi bene, costituiscono un inve- stimento mirato e a medio – lungo termine, che vanno ad accompagnare lo sviluppo commerciale dell’im- presa dando alla stessa maggiori garanzie in termini di rispetto del patrimonio immateriale dell’impresa.

Una mirata attività di sorveglianza, anche doganale, del mercato, può consentire di avere conoscenza tempestiva del fenomeno contraffattivo, sì da contrastarlo sul nascere, contenendo gli effetti del fenome- no. Certamente utile si rivela nella pratica l’adozione di misure di tracciabilità dei prodotti, nonché la pre- disposizione di sistemi materiali anti-contraffazione. Infine, in caso di violazioni accertate, diventa possibi- le agire dispiegando le svariate ed efficaci misure che il nostro ordinamento pone a tutela del soggetto che si ritiene copiato o, comunque, leso nei propri diritti immateriali.

A tal fine sono efficaci le azioni di natura civile, specialmente cautelari, con cui il soggetto che ritiene lesi i propri diritti può, ad esempio, riuscire a precostituirsi le prove della contraffazione prima di instaurare una controversia, ottenere il sequestro o l’ordine di ritiro dal commercio della merce in contraffazione, l’ordine del giudice che inibisca il contraffattore dalla fabbricazione, dal commercio e dall’uso delle cose costituenti violazione di diritti altrui, la fissazione di una penale per ogni violazione ulteriore, la distruzione o l’assegnazione in proprietà della merce in contraffazione, il risarcimento dei danni patiti e la pubblicazione della sentenza, anche sul web.

Parallelamente e unitamente alle misure di natura civile, vengono poi in rilievo quelle di natura penale (quando la condotta di contraffazione costituisce allo stesso tempo reato), nonché le misure doganali, queste ultime utili a bloccare i prodotti prima che vengano immessi sul mercato.

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